Amaseno on Line

Chiese di Amaseno

 

 

hiesa di S.Pietro Apostolo sec. XIV

Cenni Descrittivi, Galleria Fotografica

Si trova nel paese presso il castello. Non si conosce la data di fondazione della chiesa; la prima notizia storica che abbiamo risale alla seconda decade del XIV secolo. E' nominata infatti nel testamento del feudatario, Riccardo dei Conti di Ceccano, datato del 1315, col quale si dispone il lascito di due benefici: uno per la chiesa di S.Maria, dove vuole essere sepolto; l'altro per la chiesa di S.Pietro, con l'obbligo di suffragi per l'anima sua. La si trova infatti elencata nei Registri delle decime, pagate alla R.C.A. agli anni 1328 - 1335. 


enni descrittivi

Dell'antica fabbrica solo il campanile conserva la forma originaria. La chiesa invece venne completamente ristrutturata in stile barocco l'anno 1749. Ciò nonostante, vi si possono ancora ravvisare all'interno le primitive forme gotiche conservate nelle navate laterali. Danneggiata gravemente nella battaglia del maggio 1944 con lo sfondamento dell'abside, della copertura e di altre strutture, fu poi riparata a cura dell'Abbate D.Flaviano Santia con il contributo del Genio Civile.

L'interno della chiesa è diviso in tre navate da quattro poderosi pilastri, rafforzati da colonne, che sostengono le arcate, e guarniti di lesene, che si raccordano con la trabeazione dell'aula centrale: il tutto in muratura e intonaco. È presumibile però che gli originali pilastri di pietra nuda siano stati ricoperti nella ristrutturazione operata nel 1749. La navata mediana è coperta con volta a botte e termina con una piccola abside semicircolare, aggiunta nel rifacimento del Settecento; quelle laterali invece conservano le volte a crociera con i primitivi archi ogivali. Non eccessivi sono i motivi plastici che decorano le strutture architettoniche della navata maggiore. Caratteristici i capitelli con le classiche volute sotto l'abaco, ma con il fogliame capovolto. Gli archivolti sono ornati alla sommità da eleganti festoni di foglie con testine di angeli al centro. La volta è divisa da paraste in tre zone, adorne di riquadri ottagonali con cornici a stucco. Pitture e altre opere. La decorazione pittorica, eseguita a tempera e in monocromia, si intona correttamente allo stile della chiesa. Essa fu realizzata nel 1976 dal pittore Edmondo Campana. La volta centrale è istoriata con scene bibliche dell'Antico e Nuovo Testamento. Nei tre pannelli ottagonali sono raffigurate la Consegna delle chiavi, la Pesca miracolosa e la Tempesta sedata. Nelle unghie delle finestre sono ritratti in sei medaglioni altrettanti episodi del Vecchio Testamento: a sinistra abbiamo la cacciata di Adamo e Eva dall'Eden, il Diluvio universale e l'Arca di Noè, Abramo nell'atto di sacrificare il figlio Isacco; a destra, Mosè che riceve le Tavole della legge, Mosè che fa scaturire l'acqua dalla roccia, Mosè che innalza nel deserto il serpente di bronzo. Nell'abside, ai lati di una moderna edicola, sono dipinti in due medaglioni gli apostoli S. Pietro e S. Paolo a mezza figura, in sostituzione di un'ampia tela del Fasolilli, andata distrutta nella battaglia del 1944. Nelle navate laterali vi sono quattro altari settecenteschi, ognuno con una edicola sovrastante, realizzati a stucco e caratterizzati da linee sinuose rococò e fregi a girali. Nelle due cone della navata destra sono collocate due belle tele del Fasolilli, raffiguranti l'Immacolata e S. Vincenzo Ferreri. In quest'ultimo quadro è rappresentato un episodio della vita del Santo, che per le suppliche accorate delle loro madri salva dei bambini colpiti da moria, col segno della croce.

Nei due altari della navata sinistra abbiamo una oleografia del S. Cuore, che sostituisce una tela perduta, e una statua di S. Antonio di Padova, scolpita da Giuseppe Apponi nello scorcio dell'Ottocento. Molto espressivo il volto estatico del Santo, che contempla il S. Bambino, ritto su una colonna di nuvole. Di data recente è l'altare maggiore con il tabernacolo sovrastante, modellato in marmo bianco di Carrara. Il modesto coro ligneo, sistemato nell'abside, è opera di Vincenzo Gerosi e Oratio Ventorini, risalente all'anno 1721.

Nella sacrestia si conserva un altare primitivo di modello gotico, fatto di pietra calcarea levigata, con gli spigoli guarniti di colonnine, come quelli esistenti nella collegiata e nella chiesa di S. Angelo. La casa canonica, attigua alla sacrestia, venne costruita l'anno 1930, per conto e a spese della S.Sede, contemporaneamente a quella di S. Maria. Il campanile. Addossato al lato sinistro della facciata si erge un basso e robusto campanile su pianta quadrata, a tre piani e senza cuspide, di forme protoromaniche. La sua struttura muraria è fatta di pietra viva, squadrata solamente nei cantonali, marcapiani e finestre. Caratteristica la cella campanaria, traforata su ogni lato da un'ampia mono-fora con arco a pieno centro; nel lato posteriore alla monofora arcuata si accoppia una finestra architravata, formando un'originale bifora a pilastro. Un bel cordolo aggettante separa la cella campanaria dai due piani inferiori, che sul davanti presentano una feritoia ciascuno. Nella cella campanaria si trovano tre campane, che hanno le seguenti caratteristiche: La campana maggiore: diametro cm. 95, peso Kg. 530 circa, nota SOL. Sulla superficie esterna sono modellate in bassorilievo le immagini del Crocifisso, della Madonna, di S. Pietro e di S. Paolo con l'iscrizione:

AD MAIOREM DEI GLORIAM BEATAE MARIAE VIRGINIS AC SS. APOSTOLORUM PETRI ET PAULI. A.D. MDCCCXXXVII. ALOJSIUS CACCIAVILLANI ET VINCENTIUS FILIUS FRUSINATES FECERUNT SUMPTU COM(unita)TIS ANDREA PESCI PRIORE.

(Alla maggior gloria di Dio, della Beata Maria Vergine e dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Nell'anno del Signore 1837 Luigi Cacciavillani e il figlio Vincenzo di Frosinone fecero a spese della Comunità, essendo priore Andrea Pesci). La campana mezzana: diametro cm. 85, peso Kg. 360 circa, nota LA. Le figure in bassorilievo sono il Crocifisso, la Madonna, S. Pietro e S. Paolo. L'epigrafe reca parecchie abbreviazioni; completiamo tra parentisi le voci contratte: PRINCIPI APOSTOLORUM ET DOCTORI GENTIUM QUI TERRAM HANC A FULGURIB(us) ET TEM(pestatibus) ALIISQUE MALIS PER(petuo) LIB(erent) PER UNIV(ersum) POPUL(um) MORE SOLITO DICATA PON(ti-fica)TU SS. D (omini) D(ivina) M(ise)RI(cor)D(ia) CLEMEN(tis) P(a)P(ae) XIV A(nno) D(omini) 1773.

(Al Principe degli Apostoli e al Dottore delle genti, che liberino perennemente questa Terra dalle folgori, dalle tempeste e dagli altri mali, col solito rito dedicata a nome di tutto il popolo, sotto il pontificato del SS. Signore per divina misericordia Clemente papa XIV, nell'anno del Signore 1773). L'iscrizione menziona l'antica usanza di suonare durante i temporali le campane a distesa e di recitare le litanie dei Santi, per allontanare i pericoli della grandine e dei fulmini.

Fonte: Giannetta, P. Enrico  "Le Chiese di Amaseno". Tecnostampa, Dicembre 1987
Foto: Fabio Marzi
 

Galleria Fotografica



  

visualizzazioni totali



 

:: Tutte le immagini sono di proprietà dell'autore del sito ::
Ogni suo uso anche in parte é proibito salvo autorizzazione.

 



 

 

Per una corretta visualizzazione si consiglia l'uso di Microsoft Internet Explorer oppure Mozilla Firefox

© 1999 - 2024 by Fabio Marzi